1972
Nella piana di Saturo, sede dell’antica Satyrion, sono stati ripresi gli scavi affidati sotto la mia direzione agli assistenti Campi e Barone. Notevole su quella terrazza rocciosa la scoperta di innumerevoli tagli, che se alcuni possono appartenere ad abitazioni in strutture lignee, altri appaiono certamente ricavati dalla roccia carparina
del luogo per il drenaggio delle acque meteoriche ed il convogliamento dentro profonde cisterne. Il materiale raccolto in relazione a queste opere di intaglio della roccia è del VII-VI secolo a. C. e corrisponde alla datazione di due strade parallele, certamente usate rispettivamente nei due sensi, degradanti verso l’area del porticciolo
di Saturo. La zona delle abitazioni d’età arcaica è nel IV secolo invasa da grandi tombe a fossa e a camera di tipo spiccatamente tarantino; mentre più tardi, in età romana repubblicana, vi sorge una grande fattoria con vasti ambienti, in uno dei quali sotto il pavimento abbiamo scoperto un vasetto con oltre trenta denarii appunto di età repubblicana.
Per finire ricorderò i nuovi scavi a Taranto nell’area delle fortificazioni del V secolo e la scoperta di un ampio deposito di terrecotte, ceramica spesso inscritta coi nomi abbreviati di divinità ed altro materiale del IV-III secolo a.C. nel corso dei lavori per la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore in via Melloni (tav. XXXVI). Dalla necropoli provengono due interessanti lekythoi apule con le scene a rilievo del ratto delle Leucippidi da parte di Castore e Polluce (tav. XXXVII) e con il mito di Theofane, madre del montone che portò sul mare Frisso ed Helle, soggetto che ritroviamo su di un cratere a campana di un seguace del Pittore di Amykos, già appartenente alla collezione Arnò di Manduria ed ora nel Museo Nazionale di Taranto.
FELICE GINO LO PORTO